07/01/12

Lavezzi: "Napoli non la conosco, impossibile per me vivere la città. Amore dei tifosi unico al mondo. Thomas ha il mio stesso sogno.."



L'attaccante azzurro Ezequiel Lavezzi, in vacanza in Uruguay a Punta del Este ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano argentino Olè Clarin. Ecco quanto tradotto ed evidenziato da CalcioNapoli24.it

Thomas: "Ha sei anni. Lo vedo poco durante l'anno quindi quando sono in Argentina cerco di trascorrere più tempo possibile con lui, andiamo al mare o giochiamo a calcio insieme. Vive a Rosario e gioca con bambini più grandi di lui di sei anni. Dice che vuole diventare un attaccante, ma io non pretendo che diventi un calciatore. A questa età deve solo divertirsi e stare con gli amici".

Infanzia Pocho: "Quando si hanno problemi finanziari, non ci si può permettere certi regali, nonostante ciò la mia infanzia è stata bella e felice. Mia madre (Doris), per una questione di cose si è separata da mio padre,è stata lei che ci ha cresciuti, non ci ha fatto mai mancare nulla".

Hai patito la fame?"Diciamo.. non proprio. Tutto costava tanto, mia mamma ha fatto grandi sacrifici per non farci soffrire".

Ricordi chi ti ha regalato il primo pallone?"Non lo so. Però il regalo per Natale o per il mio compleanno era sempre un pallone. Cercavo di farlo durare più possibile".

Dove e quando il tuo primo stipendio?"Nell'Estudiantes, in serie B. Mi pagavano 100 pesos al mese. E' stato un periodo duro, perché non avevo contratto. Il mio agente mi copriva tutti i costi. Poi quando sono passato al Genoa comprai la prima casa e dissi a mia mamma che non avrebbe dovuto più lavorare".

Il calcio nobilita l'uomo: "Grazie al calcio, sono cresciuto sotto tantissimi aspetti. Non solo economico, ma anche culturalmente. Essere circondato da altre persone, parlare lingue diverse, viaggiare da un paese all'altri, doversi adattare ti fa crescere. Cerco di trarre il meglio da ogni esperienza di vita".

Associazione Ansur: "E 'sempre stato un mio desiderio aiutare coloro che soffrono, mi rivedo nella loro situazione. Oggi la realtà della strada è più dura rispetto alla mia adolescenza . Gira molta più droga. Vorrei dare a questi bambini un'altra possibilità di vita"
Il Chelsea? è una grande squadra, ma noi quando siamo in serata siamo difficili da battere".

Napoli la città di Diego o la città del Pocho? No, sarà sempre la città di Diego. Sono solo semplicamente un giocatore. Se gioco la gente è felice, apprezzo tutto l'amore che mi danno.  Per come si comporta la gente con me, purtroppo, non sono ancora riuscito a vedere alcuni posti della città. Vivo praticamente chiuso in casa. Vado a mangiare negli stessi posti, non giro in centro. Una volta sono andato in centro per comprare vestiti e ho trascorso tre ore per lasciare il negozio. Il traffico è andato in tilt, è dovuto intervenire la polizia. Per me questa situazione è diventata normalità".

Poi parla delle stranezze che gli sono capitate in questi anni: "Dopo un gol a Milano, un tifoso è venuto e mi ha regalato un cavallo da corsa. Oppure mi sono nascosto nel bagagliaio dell'auto per accedere agli allenamenti. L'unica cosa che so è che in nessun altro posto del mondo potrei ricevere un amore così".
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